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Manifesti per il Carnevale, 89 anni di tradizione
Dal 1925 al 2014 la lunga tradizione dei manifesti per il Carnevale 

Il Manifesto, a partire dal secondo decennio del secolo scorso, è diventato il mezzo essenziale per pubblicizzare in tutto il mondo il Carnevale. Il Comitato Carnevale organizzò il primo concorso per il manifesto ufficiale nel 1925; vinse Guglielmo Lippi rappresentando un uomo in frack intento a ballare con una mascherina, il concorso passò abbastanza in sordina ma era solo il primo anno.
Nel 1926 il secondo concorso fu un trionfo con ben 60 partecipanti. Lucio Venna, si aggiudicò la vittoria con un Pierrot di spalle a braccia aperte in piedi su una chitarra a fare da barca e la luna a fare da vela.
Nel 1927 i pittori in gara furono 90, trionfò ancora una volta il romanticismo di un Pierrot, dipinto in stile futurista dal massarosese Virginio Bianchi.
Nel 1928 vinse ancora Venna con tre maschere futuriste che suonavano tamburi e trombette. Nel ’29 il concorso terminò e il manifesto fu affidato al Roger Alfred Michahelles che nello stesso anno firmò anche la copertina di Viareggio in Maschera.
1931: Nacque Burlamacco dalla geniale matita di Uberto Bonetti. Il manifesto rappresentava due moli: su quello di sinistra un pagliaccio sintesi delle maschere italiane il cappello di Rugantino, il mantello di Balanzone, il costume a scacchi che ricorda Arlecchino, la gorgiera di Capitan Spaventa e i pompon del Pierrot; sul molo di destra la figura di una splendida ragazza in costume da bagno stile anni venti un costume rosso e blu, con la cuffia da bagno rossa e sullo sfondo una vela navigante sul mar; erano Burlamacco e Ondina.
I nomi arrivarono soltanto nel 1939, Bonetti aveva deciso di firmare le sue vignette, il suggerimento gli era venuto dal canale Burlamacca, ma era la prima parte del nome burla che lo elettrizzava ed intrigava per quell’ assonanza neanche troppo lontana con Buffalmacco, pittore fiorentino e personaggio del Decamerone di Boccaccio.
Il manifesto diventato storico per il nostro carnevale fu riproposto fino al 1935… Dopo la pausa per la Guerra d’ Abissinia, nel 1937 una poetica vela scolpita con un volto mascherato navigante sul mare caratterizzò il manifesto. Da ora e per molti anni si entrò nel “monopolio Bonetti”.
Nel 1940, Bonetti decise di affiancare un disegno ad una fotografia e il risultato fu innovativo e unico per l’epoca: Burlamacco irrompeva sui viali affollati e sotto le sue gambe aperte sfilavano carri e mascherate. Nel manifesto della rinascita Carnevalesca,quello del ’46, tornò Burlamacco, su sfondo classico e quello fu il Carnevale che voleva far capire alla gente che la storia non può essere spazzata via da una guerra inutile e crudele come tutte.
Nel ‘47 Burlamacco usciva dalla pineta e con un gran balzo arrivava sulla spiaggia della città, nel ‘48 un uomo mascherato usciva da una conchiglia con Burlamacco e nel ‘49 il maestro Bonetti disegnò uno spaccato della sua Viareggio: mare, spiaggia, alberghi e Apuane nel profilo di una maschera, naso con occhiali e baffi finti, capello e capelli fatti di stelle filanti.
Nel ’52 e ’53 anche Burlamacco, dopo che ondina era scomparsa quasi vent’ anni prima, sparì e il dominio dei manifesti di Bonetti fu preso dalle maschere. Ma il Messaggier giocondo dal 1954 al 1960 tornò a essere l’autentico protagonista.
Il 1964 fu l’ anno del “Carnevale nel Mondo”: Re Carnevale con la testa fatta a globo terrestre, naso e baffi posticci, le braccia aperte, sulle braccia aperte tante maschere.
Nel 1968 Uberto Bonetti ricorse per uno dei più bei manifesti della nostra manifestazione e riproposto come carro nel 2009 dal Rione Vecchia Viareggio, disegnando una bagnante stretta fra un Burlamacco a scacchi bianco-rossi e un pulcinella a strisce bianco e nere, una composizione mossa in senso orizzontale, ondulata, multicolore e ipnotizzante.
Nel 1973 centenario del nostro Carnevale, il comitato commissionò un manifesto nuovo a Uberto Bonetti. Il nuovo manifesto vedeva la maschera di Burlamacco, tolta dalla posizione classica ad X, braccia e gambe aperte esplose fuori dai margini del manifesto, intento a ballare con un costume a quadri bianchi e rossi più fitti sopra un mare arricciato con onde azzurre, rosse e verdi fatte di stelle filanti. Un vero capolavoro che fu riproposto fino al 1977. Il manifesto del 1978 fu ideato da un’ altro genio della grafica Franco Signorini: un’ esplosione di stelle filanti fuori dalle sbarre della mitica Torre Matilde, un tripudio di luci, fuochi e colori.
Nel 1980, cinquantenario di Burlamacco e Ondina, Bonetti, rielaborò in maniera moderna il manifesto del 1931.
Nel 1984 il manifesto ufficiale fu disegnato da Franco Signorini, al secondo manifesto dopo quello del 1978. Su fondo bianco, linee rosse a marcare un sorriso a mezza bocca e linee nere per fissare l’ occhio, pochi tratti fondamentali per intuire il volto della nostra maschera ufficiale. Fu un disegno apprezzato e di rottura, che entrò ben presto a far parte dei manifesti più riusciti.
Dal 1987 al 1988 Uberto Bonetti rispolverò Burlamacco, utilizzando la prima immagine della maschera su un tappeto di stelle filanti, con le mani alzate che lanciavano coriandoli.
Nel 1992 il Carnevale di Viareggio si mette la maschera blu con le dodici stelle, lo splendido viso che la indossa sorridente ci dice che Viareggio è Carnevale d’ Europa, anche questa splendida opera è di Uberto Bonetti.
Nel 1997 si torna al manifesto d’autore e la firma è del maestro Arnaldo Pomodoro, un gigantesca “V”, iniziale di Viareggio, rossa su sfondo arancione e moltissimi coriandoli multicolori triangolari, con la scomparsa di Burlamacco dal manifesto. Nel 1998 il Carnevale di Viareggio compie 125 anni. Il manifesto viene commissionato a Sandro Luporini, un Burlamacco con paracadute che atterra sulla spiaggia incantata di Viareggio con sullo sfondo il mare. Per il primo Carnevale del nuovo millennio, una firma prestigiosa, Jean Michel Folon che celebra la magia della nostra manifestazione e ci inorgoglisce, un Burlamacco senza mantello, gioca con i numeri che compongono la scritta “2000”.
Nel 2001 è Lorenzo Mattotti a firmare il manifesto: Burlamacco plana sulla perla del tirreno a significare l’ inizio dei festeggiamenti sotto una pioggia di coriandoli e stelle filanti.
Nel 2002 la firma fu dell’autore satirico Sergio Staino che pensò l'opera dopo l’ undici settembre del 2001: Burlamacco che chiude dentro una bottiglia alcuni dei simboli più terrificanti della nostra storia, il nazismo, il terrorismo e il fanatismo islamico.Tutto intorno migliaia di persone in piazza a festeggiare il carnevale.
Nel 2005 il manifesto è opera del pittore di fama internazionale Giorgio Michetti. Un Pierrot fa una capriola e si tuffa in un mare variopinto di coriandoli e stelle filanti che con le gambe disegna una V, iniziale della città del buonumore, un manifesto che memore della storia, avanza gioioso nel futuro.
Arriva il 2006, per la prima volta nella storia dei Manifesti, la firma è femminile e precisamente di Chiara Rapaccini, un manifesto molto grafico e simbolico, pochi elementi ironici e coloratissimi: una barca, il mare, Burlamacco e altre maschere. Il manifesto del 2007 è degli artisti romani Bufacchi e Unger-Fornaro che omaggiano il manifesto del ‘ 31 ma con un solo molo e Burlamacco senza Ondina.
Siamo al 2009, il manifesto è firmato da Arnaldo Galli, carrista che detiene il primato assoluto in prima categoria: il manifesto rappresenta un burlamacco che nasce dal Canale Burlamacca volando verso il cielo.
Nel 2010 torna il concorso per scegliere l'opera; vince Stefano Giomi, con una elaborazione grafica del volto di Burlamacco su sfondo blu.
Il 2011 vede nuovamente Burlamacco protagonista, scomposto in una pioggia di coriandoli; a firmarlo è il carrista Edoardo Ceragioli.
Nel 2012 il manifesto nasce tra le polemiche, dopo che la commissione esaminatrice affermò che nessuna delle opere arrivate tramite il concorso rispecchiasse lo spirito giusto del Carnevale. Così fu rielaborato il marchio del Carnevale: 16 finestre su sfondo nero, dai quali sbucano varie espressioni di Burlamacco.
Il manifesto 2013, curato da Lamberto Mazzoni, vede il ritorno della fotografia che immortala alcuni mascheroni del Carro vincitore del 2012 “Santo Subito” di Lebigre e Roger. Parallelamente viene dato allo stampe un manifesto celebrativo dei 140 anni del Carnevale di Viareggio realizzato da Paco Cacciatori, curatore della grafica della rivista Viareggio in Maschera. A Cacciatori vengono commissionati anche i manifesti per il Carnevale Estivo 2013 (che ritrae Burlamacco in versione sirenetto) e quello per il 2014 che gioca sulle lettere della parola “Carnevale” riproposte in cartapesta, materia prima dei carri allegorici.

Daniele Maffei

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